Il clickbait è sempre sbagliato? Perché si, perché no

Scopri cos’è il clickbait e come può migliorare la visibilità di un marchio

clickbaiting sbagliato

Quando si parla di clickbait è inevitabile associare la pratica a un condotta poco etica, rischiosa o persino sbagliata, eppure si tratta di un approccio al content marketing che può essere funzionale e utile per migliorare la visibilità di un marchio e l’attrattività dei suoi contenuti. Come sempre, è una questione di equilibrio e giusto approccio.

Che cos’è il clickbait

La parola clickbait – o clickbaiting – letteralmente “esca da clic” si riferisce alla pratica di content marketing tipica degli editor dell’online e consiste nell’ideazione di titoli accattivanti al fine di stimolare l’utente a cliccare sul risultato proposto dal motore di ricerca, dell’aggregatore o del social network utilizzato in quel momento.

Il clickbait nella cultura web

Il motivo della demonizzazione del clickbait sta nella fama che tale pratica si è conquistata nel corso degli anni: realizzare titoli altisonanti al solo fine di attirare l’utente, infatti, è una strategia certamente poco etica e che sfrutta la curiosità dell’utente per promettere informazioni poi puntualmente disattese dal contenuto stesso. Dunque, spesso il clickbaiting sfrutta a proprio vantaggio la sprovvedutezza del cybernauta, lasciando intendere notizie, eventi o rivelazioni che, nel concreto, non esistono.

Clickbaiting = disonestà?

Così l’associazione tra la realizzazione di un titolo acchiappaclic, pensato solo per attirare gli utenti, e una condotta quantomeno furba è diventato nel corso degli anni immediata. E molto spesso, in effetti, si tratta di un’associazione corretta. Una strategia di questo tipo, sul medio-lungo periodo, può rivelarsi molto dannosa per una piattaforma digitale: gli utenti, infatti, imparano presto a riconoscere le testate online abili solo a proporre falsi proclami, smettendo presto o tardi di darle credito, Inoltre, da un punto di vista etico si tratta di un modo di fare scorretto, cinico persino, che diffonde percezioni sbagliate, notizie imprecise, crea modi di pensare e credenze che non trovano alcun riscontro nella realtà.

C’è clickbaiting e clickbaiting…

La verità, però, è che non sempre il clickbaiting è una risorsa sbagliata. Poniamoci intanto una domanda, scontata: perché quasi tutti i produttori di contenuti la utilizzano? La risposta è semplicissima: perché funziona. Già questo sarebbe sufficiente per farci concludere che non bisogna rifiutare tout court l’intero apparato logico dell’approccio clickbaiting. Si tratta, semmai, di individuare un canone che sia in grado di attirare l’utente, senza però lasciarsi tentare da proclami e false promesse.

Rendere seducente un contenuto

Oggi gli utenti sono sottoposti a un universo di stimoli: ciò inevitabilmente fa scattare l’effetto contrario: l’indifferenza. Dunque, la soglia di attenzione dell’utente è molto alta e, per raggiungerla, è necessario utilizzare un approccio creativo, fantasioso, stimolante, capace di indurlo a prestare attenzione ai propri contenuti. In questo, il clickbaiting si dimostra da sempre un sistema efficace: il punto sta nel presentare in modo efficace, ma credibile e onesto, le proprie proposte editoriali, senza abbandonarsi ad annunci non veritieri o forzatamente enfatici. Bisogna pur emergere nella giungla del web!

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