Consigli utili per superare il burnout da lavoro a distanza
Cos’è di preciso il burnout e come si può evitare?
Mai sentito parlare di sindrome da burnout?
Il termine deriva dall’inglese “to burn out”, letteralmente bruciarsi ed esaurirsi, e rende benissimo l’idea di uno sfinimento fisico, mentale ed emotivo che accade quando non si è più capaci di gestire con le proprie risorse certi carichi quotidiani. Il concetto, addirittura diagnosticato come sindrome dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, quando applicato all’ambito lavorativo ha tutte le connotazioni per definirsi come “stress lavorativo”.
Come si manifesta la sindrome da burnout?
Molte persone interessate da questa sindrome sono generalmente anche quelle che manifestano in fase iniziale di una attività il massimo impegno professionale. In principio non ci sono segni di stress lavorativo, ma successivamente lo stato di sfinimento e di stanchezza diventano cronici. Affrontare le attività quotidiane del lavoro comporta una sensazione di sfinimento sempre maggiore. Successivamente si avvertono problemi di concentrazione, nervosismo, frustrazione che hanno come conseguenza anche il distacco mentale dal proprio lavoro e perfino un totale rifiuto.
In men che non si dica il lavoratore si trova in una condizione prostrante che ha come conseguenza, prima il calo dell’efficienza lavorativa e della relativa produttività, poi addirittura, a causa della pressione provata, l’abbandono del lavoro stesso, interrompendo il rapporto lavorativo, con un enorme problema per l’Azienda alla quale è legato.
Burnout da smart working
Quando si parla di lavoro a distanza, intendendo lo “smart working” (agile e flessibile) sempre più diffuso in questi ultimi due anni, ci sono sicuramente molti aspetti validi da considerare, soprattutto per alcuni lavori. Di contro, però, per alcuni lavoratori, col perdurare del tempo, questa forma di lavoro poi “di agile” non ha più avuto alcun connotato, anzi!
Lo smart working, con la possibilità di avere una “massima flessibilità” di orari lavorativi e un pc sempre disponibile (acceso), è stata una tra le cause principali che hanno determinato l’aumento dei casi da sindrome del burnout. Oggi due lavoratori su tre, eredi dei vantaggi/disagi del lavoro a distanza, proprio per incapacità di “staccare la spina”, soffrono di stress lavorativo. Potete immaginare cosa possa significare per una azienda perdere i propri validi collaboratori, soprattutto in un momento di ripartenza dell’economia. Un disastro!
Ma il lavoratore da remoto non affronta solo la sensazione di avere insufficienti energie per gestire il proprio carico lavorativo! Sapete infatti quale è l’altro enorme problema del lavoro a distanza? L’inclusività.
La distanza dall’ufficio, l’assenza del contatto umano quotidiano, Il mancato scambio di informazioni e contenuti lavorativi costanti, affidati interamente a videocall, nel lavoro da remoto possono creare forte senso di frustrazione e alienazione. Non tutti sono in grado di gestire infatti un lavoro quotidiano giornaliero, fatto a distanza.
La mancata vita lavorativa in presenza ha impedito la socializzazione tra colleghi e tra manager e collaboratori, negando anche la collaborazione emotiva e la possibilità di far nascere momenti professionali proficui e importanti, generati anche dalle reciproche attitudine e capacità personali, oltre che lavorative. La frequentazione quotidiana permette infatti anche di far emergere aspetti in grado di rafforzare legami e motivazione. Aspetti che, per ovvi motivi, nel lavoro a distanza vengono a mancare.
Cosa che ha portato alcuni lavoratori a percepire una eccessiva distanza dall’ambiente lavorativo e dalle persone che lo compongono, con la conseguenza estrema di non rispecchiarsi più nel team o non sentirsi più parte di quello. Come è possibile allora far recuperare energie e fiducia ad un team, quando c’è di mezzo la sindrome del burnout e se si sono create situazioni di non inclusività? Come evitare di ritrovarsi senza i propri validi collaboratori?
Il Team Building si è dimostrata un’ottima strategia, per recuperare l’energia fisica e mentale dei collaboratori, oltre a ripristinare occasioni di contatto e di socializzazione, preziosa scelta per creare un clima di fiducia e stima, oltre a migliorare il sentimento di inclusività e di spirito di squadra, accrescendo il buonumore e soprattutto evitando l’abbandono del posto di lavoro.
Infatti, secondo la Compagnia Atlassian Corporation Plc – azienda che si occupa di strumenti come Jira e Trello, utilizzati da moltissimi team di tutto il mondo – il lavoro di gruppo, e il sentirsi parte di un team (obiettivi che sono poi alla base del team building) hanno infatti registrato un aumento del 20% della produttività aziendale e una crescita fino all’80% del benessere personale di tutti i dipendenti.
Anche noi nei nostri eventi di Team Building creiamo delle sessioni, sia digitali da remoto e sia in presenza, che risultano fortemente motivanti e inclusive delle persone, influenzando il loro buonumore e la coesione di tutta la squadra.
Perché le aziende devono organizzare i Team Building
Grazie alle attività di team building le aziende possono creare gruppi di lavoro performanti, unendo i collaboratori per stimolare l’attaccamento e il senso di appartenenza all’azienda; favorire la collaborazione; incentivare il gioco di squadra e la coesione del gruppo. Condividere le attività servirà a cementare i rapporti tra i dipendenti e l’aiuto reciproco, incidendo sulle performance finali e sul raggiungimento degli obiettivi.
Le sessioni di team building, inoltre, serviranno anche a motivare i singoli individui e a far uscire fuori le capacità creative e del singolo e della squadra. Dal sano confronto, dalla collaborazione e dalla competizione beneficerà il buonumore dell’azienda, si eviterà un eccessivo turnover, e chiaramente la produttività verrà fortemente migliorata!
Se il tuo team sta risentendo della sindrome del burnout o sta affrontando un momento di particolare difficoltà, per superare lo stress da lavoro scopri come i team building Milano organizzati da noi potrebbero essere un’ottima soluzione.
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