Psiche e organizzazione eventi: come le emozioni possono giocare sulla notorietà di un brand

Scopri come rendere il tuo evento memorabile

L’aspetto emozionale è fondamentale per chi lavora in un’agenzia di organizzazione eventi, e non solo durante le cerimonie come un matrimonio o un anniversario. Se colpire direttamente allo stomaco, senza filtri, è la mission di chi organizza eventi, come mostre, vernissage ed esposizioni di arte contemporanea, anche nel caso della gestione di un allestimento fieristico è necessario coinvolgere psiche e cuore, ne va della brand reputation! Proprio come un’installazione, una performance artistica, un happening a sorpresa unico e irripetibile, anche un evento fieristico dovrà toccare le corde dell’animo più intime e vulnerabili, catturare l’attenzione e quindi veicolare un messaggio che fa parte del nostro vissuto. In poche parole, come fanno le agenzie di eventi a rendere l’allestimento di una fiera davvero sensazionale, da ricordare?  Ecco allora come la psiche influenza l’andamento di un evento fieristico, e come aumentare le vendite con alcune strategie, che stimolano il nostro cervello e richiamano esperienze, immagini infantili, ricordi indelebili.

La psiche: la parte sommersa dell’iceberg del nostro “essere”

Freud divideva l’essenza di un individuo in “Io, la nostra consapevolezza, il “Super Io, l’insieme delle sovrastrutture tra cui l’educazione genitoriale, la scuola, le istituzioni, e l’”Es”, la parte inconscia e inconsapevole. Ebbene, in una scala piramidale, in una gerarchia che possiamo interpretare come un iceberg, la parte emozionale è quella sommersa, ed è quella più estesa. Nonostante l’uomo usi la coscienza per valutare determinate scelte, numerosi studi inerenti al campo psicologico mettono in luce che il più delle decisioni sono influenzate dall’esperienza, dalle opinioni dei nostri amici, dalle nostre emozioni, dalle sensazioni legate a quel prodotto, da quel “sesto senso” e da quel fiuto che pare non sbagli mai!

L’agenzia che si occupa di organizzazione d’eventi dovrà puntare proprio su questa fetta importante della persona, attraverso alcune strategie che si fondano su un uso pragmatico ed efficace del neuromarketing. Se pensiamo agli eventi fieristici che ci sono rimasti nel cuore, dove viaggiano i nostri ricordi? Proviamo solo per un attimo a socchiudere gli occhi e a riportarci con la mente a quando eravamo bambini: forse la prima fiera che ci viene in mente è il luna park, con quelle luci colorate, le giostre, l’ottovolante, le montagne russe come il celebre Brucomela, la casa degli spettri, o ancora la ruota panoramica. Se ci concentriamo ancora di più sentiremo scalpitare sotto le narici un profumo inebriante di mandorle croccanti, di zucchero a velo, quell’odore abbrustolito di castagne arrosto. 

Ebbene sì, l’agenzia eventi indaga a livello sensoriale, nell’inconscio, per catturare i ricordi infantili, quelli naïf dei bambini, e riflettere la sfera emozionale negli allestimenti fieristici di oggi. Secondo la scienza del neuromarketing la scintilla da cui parte tutta l’esperienza d’acquisto non è un processo cognitivo e logico, ma un’emozione, che si basa sulla triade feel, think, buy (senti, pensa, compra). Il neuromarketing propone un sentiero da percorrere, con determinate strategie da approfondire e sfruttare legate alla sfera empatica, emozionale, inconscia e inconsapevole, ed è interessante valutare come lo studio sul cervello mostri risultati davvero… sensazionali. 

Nello specifico, però, l’allestimento di una fiera dovrà affascinare e conquistare il cliente, come d’incanto, pur permettendo sempre la sicurezza di permettergli di agire in modo autonomo e indipendente. Una mission impossible? Potrebbe sembrare complicato, per le agenzie eventi, agire come una sirena che incanta il visitatore con la sua voce, ma che allo stesso tempo lo rende libero di valutare il prodotto in modo consapevole: al contrario, invece, la magia sottile del neuromarketing sta proprio in questo, condizionare le scelte a livello inconscio, senza togliersi mai la maschera e rivelare il trucco che ci sta dietro, come fa il perfetto prestigiatore.

Alcune soluzioni pratiche per aumentare l’appeal di uno stand fieristico

La scienza del neuromarketing, che è una risorsa preziosa per chi organizza eventi fieristici, insegna che il consumatore viene catturato come prima cosa dal packaging, dal contenitore, dalla confezione del prodotto, dall’atmosfera e dal clima che si respira in una fiera: questi involucri si materializzano, in senso lato, nel biglietto da visita con cui si mostra l’articolo in vendita, come può essere il sito del brand. Nel caso di un allestimento fieristico, che non è solamente un prodotto da sponsorizzare ma una vera e propria esperienza in cui entrare e immergersi, il packaging (il contorno, l’atmosfera) si concretizza in tutte le misure sensoriali, tattili, emotive che la nostra persona subisce a livello conscio e inconscio.

In pratica, stiamo parlando della musica di sottofondo che si può ascoltare passeggiando per gli stand, dei profumi che inebriano l’atmosfera, delle luci e dei colori di cui si dipinge l’evento stesso. Se si cerca un esempio pratico e concreto, prendiamo allora come riferimento i mercatini di Natale che ormai sono entrati nella cultura di massa, e non solo come eventi natalizi da condividere con le persone che si amano, ma come vere e proprie strategie marketing in cui comprare è molto più bello e divertente. Consumismo? Anche, ma chi ama l’atmosfera natalizia non può far altro che lasciarsi conquistare dalle luci, dai profumi di cannella e dalle canzoni da canticchiare sotto all’abete. Per organizzare un evento fieristico ad hoc, sarà opportuno scegliere il packaging, il contorno migliore certamente, ma senza distanziarsi troppo dalla categoria semantica di riferimento: se lo stand sponsorizza formaggi alpini stagionati, si respirerà un’aria montana, fresca, genuina, con profumi erbosi di erbe aromatiche; in pratica, dovremmo “quasi percepire” le mucche che brucano tranquille al pascolo. Oppure, se il prodotto in promozione è un cosmetico, come una crema solare, le sensazioni riporteranno alla batida de coco, al sapore della salsedine sulle labbra, all’ambra, al patchouli, al sandalo, all’immaginario tropicale che fa tanto mare.

LA NEWSLETTER DI MEDIATICA

Rimani sempre aggiornato sul mondo di mediatica