Arte e scienza dietro la progettazione degli stand fieristici: come catturare l’attenzione

Scopri come progettare il tuo stand fieristico creando un’esperienza coinvolgente e indimenticabile

Andare ad una fiera ha sempre quel sapore magico che ci riporta con l’immaginazione a tempi passati, quando piccoli insieme ai nostri genitori subivano quell’indescrivibile fascino di luci, suoni, odori… e anche oggi le fiere rappresentano un concentrato di stimoli: colori brillanti, forme insolite, suoni accattivanti. In mezzo a questa esplosione sensoriale, come può un singolo stand fieristico catturare l’attenzione di un potenziale cliente? È qui che arte e scienza della progettazione stand si fondono insieme, per creare un’esperienza davvero coinvolgente e decisamente indimenticabile.
Gli stand fieristici sono molto più di semplici spazi espositivi, e diventano microcosmi accuratamente progettati per rappresentare il cuore pulsante e l’anima viva di un marchio. Primo punto di contatto tra un’azienda e i suoi potenziali clienti, offrendo così un’opportunità unica ed irripetibile per innescare un dialogo e determinare una prima impressione duratura.

Ma catturare l’attenzione in un ambiente fieristico altamente competitivo come quelli odierni non è un’impresa facile e richiede una comprensione ben profonda della psicologia umana, del design e della narrativa del marchio. Quello che distingue uno stand dall’altro è non tanto il fatto che possa essere (ovviamente) visivamente accattivante, ma che riesca anche a raccontare una storia, a evocare emozioni e a costruire un legame con il pubblico. Ma ci sono “delle regole” che si possono seguire? Assolutamente sì, sono vere e proprie tecniche scientifiche utilizzate per massimizzare l’effetto dell’attenzione e creare uno stand fieristico efficace e impattante.

La psicologia della percezione

Ma quali sono gli elementi che in prima battuta vengono notati dai partecipanti di una fiera? Come vengono filtrati gli stimoli esterni? Facciamo una premessa sulla percezione attraverso il canale della sensorialità, una delle modalità tramite la quale riconosciamo, organizziamo e diamo un senso specifico e “codificante” agli elementi che derivano dagli stimoli ambientali.
Quando al nostro cervello giungono “input sensoriali” esterni, questi si traducono in una rappresentazione della realtà in grado di dare delle spiegazioni coerenti con il nostro funzionamento cognitivo, ma anche con quello emotivo. La sfera delle sensazioni sollecitata proprio da quegli elementi sensoriali è responsabile addirittura di un atteggiamento positivo o negativo verso persone, cose, fatti  e situazioni.

Per questo la psicologia della percezione è un campo altamente interessante, che desta parecchia attenzione per gli addetti ai lavori, ma anche per molti brand che possono sfruttare le sue fortissime potenzialità. Attraverso strumenti “più scientifici” questa branca ci può restituisce un orientamento esplicativo sul funzionamento non solo del cervello ma anche delle emozioni celate e sollecitate da stimoli e riesce quindi a fornire spiegazioni relative a come le persone assimilano e interpretano le informazioni sensoriali. E una fiera è senza dubbio un’esperienza altamente coinvolgente per i nostri sensi che si tratti della vista, dell’udito, del gusto, dell’olfatto e persino del tatto.

L’importanza del colore nell’allestimento di uno stand

Se abbiamo ben compreso allora come una delle chiavi di interpretazione più evocativa ed ancestrale della realtà esterna resti indubbiamente il canale della sensorialità, possiamo allora ben valutare l’importanza che, in un allestimento fieristico, debba essere attribuito all’uso sapiente del colore.  Attraverso il canale sensoriale della vista i colori lavorano nel nostro profondo, influenzano il nostro stato d’animo e predispongono il nostro stato d’animo ad una maggiore o minore reattività, che può portare ad una reazione emotiva diversa: il rosso può stimolare e attirare l’attenzione; il blu può rafforzare la fiducia e donare un effetto rilassante; il verde può evocare un senso di calma, pulito ed è  ovviamente il più “ecologico” tra gli elementi cromatici

Per questo i colori sono strumenti potenti nella progettazione degli stand fieristici, ed intervengono nel determinare la creazione di un codice esperienziale che si basa sulla comprensione di come le nuances cromatiche risultano percepite attraverso gli occhi e proiettate sulle nostre modalità “di sentire”, orientandoci verso l’ambiente esterno.  
Pertanto, scegliere una palette di colori che rifletta il tono del messaggio di un brand può aiutare a creare un ambiente che avvolge e coinvolge moltissimo il pubblico dei partecipanti ad un evento.


La psicologia della luce per creare la giusta atmosfera

Cosa ci fa sentire a nostro agio, se non addirittura “come a casa”? Talvolta basta davvero ben poco, come ricreare quel calore e quella atmosfera che attraverso l’illuminazione ci conduce subito in una dimensione più intima, personale e accogliente. Una giusta illuminazione, infatti, può influire profondamente sulla nostra psiche incidendo positivamente o negativamente persino sul nostro stato d’animo e anche sul nostro umore.
Con un uso ponderato, strategico e sinfonico, le luci sono un fortissimo richiamo per attirare l’attenzione dei passanti tra gli stand, creando un forte traino attrattivo e generare sentimenti diversi, che possono (o meno) invogliare ad entrare e a trattenersi all’interno di uno stand.
Luci calde e soffuse possono accogliere i visitatori con un abbraccio confortante, mentre luci fredde e perpendicolari possono suscitare eccitazione e aspettativa, o ancora luci colorate possono aggiungere profondità e personalità allo spazio, rendendo il brand facilmente riconoscibile e memorabile. L’illuminazione può rimarcare il “tone of voice” del brand, trasferendo un senso di continuità con quello e enfatizzando l’identità prodotti specifici o zone, generando un’aura evocativa e un senso di aspettativa. Vale la pena ricordare che l’illuminazione va oltre la pura funzionalità: è una cifra stilistica della comunicazione sensoriale, che entra a far parte della narrativa di uno stand, proprio perché le luci possono raccontare anche i valori di un’azienda e rappresentano una componente chiave dell’estetica generale di quell’importantissimo palcoscenico che è lo stand.

Suoni e odori come arredo stilistico ed esperienziale di uno stand

Creare un’esperienza coinvolgente, capace di far sentire i visitatori all’interno dello stand parte del racconto e della storia di un determinato brand, può essere fatto anche attraverso gli odori ed i suoni. In psicologia gli odori sollecitano aree remote del nostro cervello, suscitando emozioni e creando immagini positive che rafforzano anche la “brand reputation” di una azienda. L’arredo olfattivo come strategia di marketing è un fortissimo canale di stimoli sensoriali, che contribuiscono efficacemente alla percezione del brand. Il suono è un altro potente canale sensoriale, che non va minimamente ignorato, ma bensì studiato in maniera strategica: attraverso l’applicazione del sound marketing la musica può giocare sulla sfera emozionale, entrando nell’animo del cliente che assocerà, in aggiunta al lato visivo, anche la musica ad un determinato marchio. Creando così una percezione positiva, capace di trasferire un’identità forte e ben definita al brand.

La scelta di un partner per la progettazione dello stand

Un’agenzia specializzata in allestimenti fieristici e progettazione stand solleva l’azienda da tanti oneri e possibili imprevisti durante la partecipazione alla fiera stessa, e proprio per questo diventa il partner adeguato a garantire un risultato ottimale e personalizzato.

Grazie anche allo studio del brand, alle ricerche di mercato per comprendere il pubblico target e all’attuazione di strategie ben definite per catturare l’attenzione e promuovere l’engagement, un’agenzia competente saprà seguire e accompagnare l’azienda sempre, anche ad evento concluso, e potrà aiutare a portare un ritorno significativo e concreto,  in grado di migliorare le strategie di visibilità e di riconoscimento del marchio prima, durante e dopo l’evento stesso, fino a tracciare un progetto di efficacia e di valore nel tempo. Possiamo comprendere, quindi, come una buona progettazione stand, curata professionalmente, sappia integrare elementi di psicologia delle percezioni con elementi estetici e innovazioni tecnologiche d’avanguardia, fornendo un’esperienza immersiva e memorabile, in grado di coinvolgere tutta la sensorialità del pubblico, liberando il brand dal rischio di confondersi all’interno di tutta quella massa indistinta di aziende invisibili ai presenti. 

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