Social flavor: come i social media influenzano il food marketing

Scopri come aumentare le vendite con l’influencer marketing

Quando scorriamo, o meglio come si dice in gergo giovanile, scrolliamo le pagine di Instagram sul nostro smartphone, non possiamo che rimanere conquistati delle centinaia di immagini di cibo che ci fanno venire l’acquolina in bocca all’istante. Oppure ancora, se ci troviamo in un ristorante stellato, potremmo sentire la frase: “questo è un piatto davvero instagrammabile” – o ancora – “questa mise en place è davvero fotogenica, da social”. Il cibo è diventato un trend social da miliardi di views al giorno, e il cosiddetto food marketing è entrato nella cultura di massa come fenomeno di intrattenimento: sembra quasi che un piatto debba essere buono non solo grazie agli ingredienti e alla sua preparazione, ma anche per la capacità di essere condiviso. In pratica, il cibo è diventato talmente un argomento social che sono proprio le piattaforme come Instagram e TikTok a influenzare la scelta delle ricette in carta degli chef, diventando anche ispirazione per diverse agenzie pubblicitarie che del cibo hanno tradotto l’aspetto visivo e comunicativo più accattivante e “appetibile” online! 

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Food and marketing, come i social network influenzano i menù

Vi ricordate il celebre cartone animato Ratatouille, in cui un topolino chef si confronta di continuo con il suo acerrimo nemico, Anton Ego, un noto critico gastronomico che non gli rende la vita facile? Ebbene, se un tempo erano le guide come Gambero Rosso o Michelin a dettare legge nelle cucine professionali, attualmente il testimone è passato ai social come Instagram, che è quello in cui le immagini e le foto elaborate fanno da protagoniste: queste piattaforme digitali visual danno voce alle richieste e ai desideri della popolazione, e si comportano da veri e propri bacini pop da cui pescare a piene mani per diventare trendy, semplicemente di tendenza. Se mangiamo un determinato prodotto è perché lo hanno deciso i social, basti pensare ai #trend, come li chiama TikTok, ricette feticcio ripetute all’infinito dai content creator, che si sfidano di continuo sul social con video, ispirazioni e preparazioni differenti, per conquistare il maggior numero di views. 

Ad esempio, non possiamo dimenticare il #trend dell’avocado toast, proposto in mille salse, o dei waffle, o ancora dei croissant cubici, dei macaron e di altri dolci che hanno dominato il settore della pasticceria per molti, molti mesi. Se anche l’esimio Iginio Massari, celebre chef pasticcere che incute timore a un solo suo sguardo, si è lasciato conquistare da TikTok e ha aperto un profilo in cui insegna a cucinare con la figlia, allora possiamo ben comprendere la portata e il potere dei social media nel marketing food,  social trends che influenzano le nostre scelte e che vanno dal digitale direttamente al nostro frigorifero.

Il marketing per il food anche in Italia? Certo che sì

Qualcuno potrebbe pensare che il nostro bel Paese, così radicato nella tradizione della cucina regionale, non sia stato sfiorato dai cibi di tendenza, dai social e dal food marketing, ma non è così! Oltre all’esempio dello chef pasticcere Massari, che sdogana le sue creazioni di pura arte culinaria su TikTok, sulla nota piattaforma Gen Zed si possono trovare altri adepti della cucina italiana, da Bruno Barbieri con la sua scuola di tortellini fatti in casa, al compagno Igor Corelli, noto chef stellato con cui condivide il sogno del primo ristorante di Argenta, il Trigabolo, un vero mito della storia emiliana.

Per tornare a noi aspiranti chef con la passione per i fornelli, invece, i social e il food digital marketing hanno imposto i propri trend nelle catene franchising che distribuiscono bevande colorate come il bubble tea, oppure i maxi panini da farcire a piacimento: si tratta di cibi che vengono direttamente dal digitale, e arrivano sulle nostre tavole, sui banconi dei bar che frequentiamo, approdando rapidamente e a macchia d’olio nei supermercati delle nostre città. Instagram influenza i ristoranti più rinomati, talmente tanto che siamo stati letteralmente invasi da dolci sferici da rompere con il cucchiaio, perfetti da fotografare nel momento del dessert, o di paccheri farciti immortalati dall’alto, con inquadrature, campi e piani che scoprono innumerevoli ripieni, sicuramente deliziosi. In sintesi, i social spostano gli equilibri, e basta un solo giudizio di un noto food influencer o content creator appassionato di cucina per determinare la digital reputation di un ristorante o di un marchio alimentare.

Marketing food, la nuova era della critica enogastronomica

Dato che sono gli influencer a dettare legge riguardo i menù e la digital reputation di un ristorante (o di un marchio, o ancora di un brand di food delivery), sono le stesse strutture Ho.Re.Ca (hotellerie, restaurant, café) a coinvolgere i content creator, ingaggiando le star del web direttamente, con un invito a regola d’arte per una cena pagata nel proprio locale, come fosse una cenetta (marketing) romantica. E per valorizzare il menù alla carta, gli stessi chef e kitchen director organizzano degustazioni spettacolari in cui mostrare il meglio del ristorante con performance e veri e propri cooking show da riprendere, fotografare, postare direttamente su Instagram! La penisola dallo stivale con il tacco approfitta dei social, per rivalutare il territorio, e per dare spazio ai nostri prodotti regionali enogastronomici, che sono vere e proprie eccellenze nel mondo: questo è un lato prettamente positivo del concetto social VS food.

Quindi, vedremo in sala fumanti risotti che vengono mantecati dentro una forma di formaggio grana, oppure una mozzarella di Bufala sulla pizza, candida, scenografica, fiera come una regina sul trono, da Nord a Sud, senza dimenticare le isole. Non c’è dubbio che la tavola si estende ben oltre la fisicità del legno e delle posate, trasformandosi in un vero e proprio palcoscenico digitale, un banchetto virtuale in cui ogni portata si trasforma in un post, ed ogni sapore è un’esperienza condivisa e valutata a suon di like ed emoticon, mentre il gusto degli alimenti si è dilatato andando oltre le papille gustative fino ad accogliere anche l’occhio, sempre più educato e esigente nella scelta dei colori, delle forme, della presentazione. 

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