Food marketing e strategie commerciali: come differenziare un brand nel settore alimentare

Quando si parla di food marketing ci si riferisce all’insieme di strategie commerciali messe a punto nella promozione di un particolare prodotto locale, di un alimento, di un ristorante e di un’attività di ristorazione in generale: questo programma, ben pianificato, può essere applicato al web, on line e in modo digitale, ma anche fisicamente. Al centro dell’obiettivo, oltre al prodotto e all’attività da sponsorizzare e da valorizzare, ci sono il cliente, il consumatore, con cui il brand deve costruire un rapporto di fiducia e di affidabilità e le agenzie pubblicitarie che, con grande capacità professionale e sensibilità etica, riescono a fare dialogare le aziende del settore con i consumatori. Il cliente infatti va emozionato, ed è necessario catturare la sua attenzione: non esiste un piano di food marketing universale, applicabile a tutte le tipologie di prodotto, ma il focus è entrare nella mente e nel cuore del consumatore toccando le corde giuste, quelle che fanno vibrare a livello sensoriale, e non solo il gusto o l’olfatto, ma anche la vista, il tatto, l’udito. L’esperienza deve essere polisensoriale, immersiva, totalizzante.
Per entrare in questa ottica e ottenere risultati positivi, il segreto è rimanere impressi nell’immaginario del consumatore e lasciare una traccia. Scopriamo insieme quali sono le migliori strategie, quelle vincenti, per toccare le corde dell’animo del consumatore e aumentare la propria visione di leadership in materia food&beverage, rinforzando il rapporto di affidabilità e fiducia che sta alla base di una buon programma di marketing nella ristorazione.

Operazione food storytelling

Persuadere, convincere con una storia raccontata bene che stimola i ricordi, la memoria, le papille gustative di quando eravamo bambini, è forse la prima strategia vincente da tenere in considerazione all’interno di un piano di comunicazione efficace.

L’obiettivo del food marketing, ai giorni d’oggi, non è solamente sponsorizzare un prodotto, ma differenziarsi in un mercato ormai saturo: negli scaffali dei supermercati fisici, per non parlare di quelli online, si trova di tutto, e per questo è praticamente indispensabile rendere unico il proprio prodotto per valorizzarlo e farlo emergere dalla massa. Ecco qual è il principale aim dell’industria alimentare, una missione che si può portare a termine migliorando l’alimento o il servizio in sé, ma anche potenziando la strategia comunicativa che sta alla base.
Le persone amano raccontare e ascoltare storie belle, è come quasi tornare in una zona protetta che riconduce ad una infanzia serena e rassicurante. Cosa che accade soprattutto se queste narrazioni sono reali o realistiche, veritiere, in cui potersi identificare e ben strutturate. In una sola parola piace ciò che fa sognare. Un primo passo è dunque quello di identificare il proprio target di riferimento, e fatto ciò il brand può rivolgersi alla sensorialità e all’emozionalità dei propri estimatori, in modo attivo, coinvolgendoli emotivamente all’interno del racconto e dell’intreccio.

Ecco qualche esempio pratico per far comprendere meglio:

1. nel caso di una pescheria, si potrebbe raccontare la dedizione di una famiglia che da generazioni tramanda l’amore per il mare ai propri figli, che si traduce nell’impegno di offrire pesce fresco tutti i giorni ai propri clienti;
2. invece, per un’azienda casearia, un’idea brillante è quella di raccontare la vicenda di una donna che ha intrapreso un lavoro tipicamente maschile, quello dell’allevamento di capre, pecore e mucche, e della produzione di formaggio.

In entrambi questi storytelling si percepiscono sentimenti veri e concreti, in cui il consumatore è coinvolto in maniera attiva, e si sente partecipe come se la storia fosse “la propria”. Dalla sfera pubblica e collettiva, del brand, si passa quindi a quella intima, personale, privata. 

realizzazione-sito-web-sceffy

Operazione food engagement

Ancora una volta si parla di emozioni: al cliente piace ascoltare una bella storia, possibilmente a lieto fine e che confermi la qualità di quello che sta comprando, ma ama anche partecipare in modo attivo alla vicenda. In un programma di food marketing efficace, che porti interazioni del pubblico, un’idea può essere quella di richiamare l’attenzione del cliente, dell’acquirente e del consumatore, lasciando un “clic” di interazione, magari sul sito un bottone con su scritto: cosa ti piacerebbe mangiare oggi? Oppure, hai una voglia enogastronomica particolare? Cosa vuoi ordinare a pranzo? Hai poco tempo per cucinare e stai cercando una ricetta salva-cena facile, rapida e gustosa? Questi e tanti altri sono esempi che, sul sito, su di un blog aziendale, o sulle pagine dei suoi Social Media sono strategie interattive in grado di permettere quel costante dialogo in grado di lasciare un segno, positivo nel cuore e nella mente di quelli che non si chiamano più solo “consumatori”.

Operazione food branding

Entriamo ora nel vivo del discorso: per competere in un mercato sempre più concorrenziale, è necessario costruirsi un’identità che sia unica, autentica, genuina, facilmente accessibile e riconoscibile, attraverso un’operazione di branding che valorizzi il prodotto.
L’urgenza, l’emergenza di esprimere la propria identità in modo eccellente si traduce nella necessità di comunicare i propri valori, mantenerli vivi, pulsanti e inalterati nel tempo, aggiornarli e rinnovarli in base alle esigenze di un settore sempre all’avanguardia come quello del food e della ristorazione.
Essere unici, irripetibili, valorizzare le proprie caratteristiche e diversità significa posizionarsi su uno standard più alto e consolidare la propria brand reputation: per fare tutto questo, è molto importante monitorare il target di riferimento e soddisfare il cliente, sempre più esigente e informato, con un prodotto ricercato e al passo con le aspettative. Ma per fare tutto questo è altrettanto importante nutrire e divulgare costantemente la propria individualità, ciò che distingue il valore intimo di un marchio rispetto a quello dei concorrenti. Stiamo parlando proprio della “reason why” per la quale un prodotto, un’azienda, vengano preferiti e come quei valori creino condivisione con il target finale.

Operazione food marketing influencer

Che non sia un buon periodo per gli influencer lo abbiamo appurato: proprio per questo è bene riflettere e comprendere l’importanza del fattore veridicità, che fa rima con altri concept come affidabilità, fiducia e chiarezza, valori etici che devono essere perpetrati anche dal più piccolo content creator, del micro influencer che sponsorizza un alimento o un’attività, e in cui il cliente si immedesima, credendo ai suoi post: verità prima di tutto, nonostante tutto. E non corriamo mai l’errore di confondere l’abbreviazione adv come un brutto presagio o una nuvola carica di pioggia: pubblicità nel senso etico e più profondo del termine fa rima con realtà, quella stessa verità che tanto l’azienda quanto il consumatore dei suoi prodotti vogliono condividere all’unisono.

LA NEWSLETTER DI MEDIATICA

Rimani sempre aggiornato sul mondo di mediatica