Food & Beverage strategy per eventi: Non state nutrendo persone, state plasmando percezioni

Parliamo di catering. E sgombriamo subito il tavolo dall’ipocrisia: il cibo e le bevande al tuo evento non sono un dettaglio. Non sono un “rinfresco”. Sono uno degli strumenti di comunicazione più potenti, costosi e sottovalutati che hai a disposizione. Mentre il tuo CEO parla sul palco, il ricordo che rimarrà più a lungo nella memoria limbica dei tuoi ospiti sarà probabilmente la temperatura del prosecco o la qualità del mini-hamburger. Ignorare la strategia Food & Beverage (F&B) significa affidare una parte enorme della percezione del tuo brand al caso. A Milano, dove l’asticella della qualità è altissima, un catering mediocre non è un piccolo errore, è una dichiarazione di mediocrità. È dire ai tuoi ospiti: “Non ci teniamo abbastanza a voi”.

Il Brief non è una Lista della Spesa: È un Manifesto.

Il primo errore strategico è inviare a un caterer una richiesta del tipo: “ci servono 100 tartine e 50 bottiglie”. Un brief F&B efficace non parla di quantità. Parla di identità.

L’esperienza, non solo il gusto: La strategia F&B va oltre il menù. Come verrà servito il cibo? Un buffet statico crea code e interrompe il networking. Isole tematiche o un servizio “a passaggio” con vassoi studiati, invece, facilitano l’interazione. Persino la scelta della location influenza la logistica del catering. L’obiettivo è creare un flusso, non un ingorgo.

Cosa deve dire il cibo? Stai lanciando un prodotto tech innovativo? Allora il menù deve essere minimale, quasi sperimentale, magari con tecniche molecolari. Stai celebrando i 50 anni di un’azienda solida e tradizionale? Allora serve un classico della cucina italiana, eseguito alla perfezione. Il cibo deve essere un’estensione del tuo messaggio. La scelta tra un risotto e un finger food esotico è una decisione di branding, come la scelta di un logo.

Chi sono i tuoi ospiti? Un parterre di banchieri internazionali ha aspettative e abitudini diverse da un gruppo di creativi under 30. Devi considerare allergie, regimi alimentari (vegano, senza glutine sono ormai lo standard, non l’eccezione), ma soprattutto il loro “palato culturale”. Servire cibo pesante a un evento business pomeridiano è la ricetta per una platea addormentata.

Oltre il Cibo: La Regia del Servizio.

Puoi avere lo chef più stellato del mondo, ma se il servizio è lento, scortese o disorganizzato, l’intera esperienza crolla.

Il Design del Cibo: Anche l’occhio vuole la sua parte, ma non è solo estetica. Il “food design” studia come la presentazione del cibo influenzi la percezione e l’interazione. Vassoi facili da maneggiare, finger food che non sporcano le mani, postazioni di show cooking che creano intrattenimento. Scegliere il food design giusto per le tue cene aziendali è un investimento sull’esperienza complessiva.

Il Personale è il tuo Ambasciatore: I camerieri sono un punto di contatto diretto con il tuo brand. Devono essere informati, proattivi, capaci di descrivere brevemente ciò che servono. Un servizio impeccabile comunica cura e professionalità tanto quanto la qualità del cibo.

La Tempistica è Tutto: Il cibo deve apparire al momento giusto. Un aperitivo che inizia in ritardo crea ospiti nervosi. Un caffè che non arriva mai dopo il dessert lascia un ricordo di inefficienza. La timeline del servizio deve essere integrata con la timeline generale dell’evento, che sia una cena aziendale o una convention.

Il Budget: Qualità vs. Quantità.

La tentazione è sempre quella di tagliare sul catering per risparmiare. È l’errore peggiore. È meglio offrire meno cose, ma di qualità eccezionale, piuttosto che un buffet infinito di prodotti mediocri. La percezione del valore è legata alla qualità, non alla quantità. Considera anche opzioni creative: un singolo cocktail d’autore creato per l’evento con un flair bartender può lasciare un ricordo più forte di un open bar anonimo. Un’isola dedicata a un prodotto d’eccellenza (un prosciutto tagliato al coltello, una selezione di formaggi rari) comunica lusso e attenzione più di dieci tartine diverse. Ricorda, il budget di un evento deve essere definito in modo strategico, e il catering è una delle voci su cui la qualità paga sempre.

In Conclusione

La prossima volta che pianifichi un evento, non relegare il catering all’ultima riga del preventivo. Portalo al centro del tavolo strategico. Chiediti cosa vuoi che il cibo dica del tuo brand, che emozione debba creare, che conversazioni debba facilitare. Perché a Milano, più che in ogni altro posto, siamo quello che mangiamo. E il tuo brand è quello che offri. Gestire la strategia F&B è un’arte complessa che unisce logistica, branding e psicologia. Noi non serviamo solo cibo. Serviamo messaggi.

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